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L'obiettivo centrale di questo breve saggio è quello di proporre una riflessione sulla produzione didattica di Clementi, che, iniziata nel 1801 con la pubblicazione in 1a edizione del misconosciuto Metodo op. 42, proseguì, poi, con quella dell'Appendix del 1811, culminando, infine, con l'edizione della ben più nota raccolta dei 100 Studi del Gradus ad Parnassum (1817-26). In questo percorso, tracciato per evidenziare eventuali coerenze e/o discontinuità dell'atteggiamento didattico clementiano e per ripensare i principi di "metodo" a cui esso s'ispira, la figura di questo eclettico musicista diventa anche l'occasione per indagare sui complessi intrecci che, a partire dalla seconda metà del Settecento, decretarono la fine della cultura clavicembalistica e favorirono, invece, l'avvento di un nuovo tastierismo legato alla diffusione del fortepiano.